Miti e Leggende di Treviso

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Alcune delle storie leggendarie legate all’affascinante città veneta

Sei a Treviso e ti chiedi se ci sia qualche leggenda curiosa legata alla città? Allora leggi e scopri i più interessanti miti e leggende di Treviso!

Treviso è una città dalla bellezza e dal fascino incredibile, dove acqua e terra si fondono per creare un’atmosfera a dir poco eccezionale. Questa commistione di elementi ha permesso ai suoi abitanti di viaggiare con la fantasia e di creare decine di miti e leggende di qualsiasi genere. Dal nome della città la cui origine è ancora un enigma, a episodi legati a grandi condottieri mitici, a misteriose presenze nelle paludi intorno alla città. Qui ti racconteremo quelle che a noi sono piaciute di più. Quindi se ti va di conoscere i più interessanti miti e leggende di Treviso continua a leggere!

Miti e leggende di Treviso: L’origine della città

Il dibattito su chi fondò Treviso e da dove derivi il suo nome è stato e per alcuni rimane ancora aperto. Nei secoli più antichi, quindi, si crearono leggende che cercavano di spiegarlo in modo plausibile, legandolo anche a delle figure conosciute da tutti.

La prima di queste narra che Treviso sarebbe stata fondata dai Taurisci. Questo antico popolo di origini celtico-orientale adorava il dio Api, un dio egizio con le sembianze di un toro. La leggenda inizia quando i Veneti, che abitavano il territorio dove sarebbe nata Treviso, si trovavano sotto l’occupazione del popolo dei Giganti. Stufi di questa dura dominazione chiesero aiuto al dio Api. Il dio, accortosi della situazione, convocò la popolazione dei Taurisci e fronteggiò in una gloriosa battaglia i Giganti, sconfiggendoli. A memoria di questa straordinaria battaglia, venne fondata così, Taurisium, la città del Sacro Toro.

Miti e Leggende di Treviso- Isola della Pescheria- luci-notte
L’Isola della Pescheria di Notte (Credit to Matteo Marongiu)

La seconda leggenda, invece, narra che Treviso fu fondata da Osiride, discendente di Noè. Questo si dice che regnò con molta saggezza sul territorio italico per dieci anni. Alla sua morte la sua figura venne adorata sotto forma di un toro e fu così che la città prese il nome di Taurisium.

L’ultimo mito invece riconduce l’origine di Treviso a Dardano, capostipite dei Troiani che giunse sul suolo veneto fondando la città di Eugania. Per difenderla Dardano decise di costruire quattro roccaforti. La più grande di queste prese il nome di Tusino, al cui comando fu messo Montorio, presunto capostipite della famosa famiglia trevigiana dei Collalto. La leggenda racconta che Montorio pose all’ingresso della porta principale della città la statua di una fanciulla con tre teste. Ogni testa aveva tre visi e da qui si è ottenuto lo storpiamento da Tusino a Tre-visi.

Miti e leggende di Treviso: Orlando e i Longobardi

Anche Treviso come molti altri luoghi in Italia (Spello in Umbria per esempio) è legata al compagno d’arme di Carlo Magno Orlando. La leggenda narra che Orlando si recò a Treviso con 2000 uomini per strapparla dalla dominazione dei Longobardi. Questi ultimi erano in superiorità numerica e misero così in difficoltà gli uomini di Orlando che l’esito della battaglia sembrava segnato. Orlando in fuga si riparò in una chiesa, insieme ai suoi, per recuperare le forze. Rolando disperato iniziò a pregare Dio implorando l’aiuto di Sant’Angelo affinché gli concedesse la vittoria.

Chiesa di Sant'Angelo-leggenda di Orlando- Treviso-
Chiesa di Sant’Angelo

I Longobardi ad un certo punto irruppero con furore in quel luogo sacro in cerca dei Franchi che vi si erano nascosti. A quel punto però Orlando e i suoi rinvigoriti ripresero le armi e si diressero senza paura verso gli avversari che sorpresi si diedero alla fuga. Molti di loro furono uccisi, altri catturati e messi in carcere. Una volta finita la battaglia Orlando e i suoi compagni dedicarono la loro vittoria a Dio e all’Arcangelo Michele che avevano ascoltato le loro preghiere. Ordinarono quindi la consacrazione della chiesa stessa in onore di Dio e dell’Angelo. Per questa ragione ogni primo giorno del mese di Maggio vi è una celebrazione nella chiesa di Sant’Angelo.

Il Cavallo Fiammeggiante delle Paludi del Sile

I territori intorno a Treviso sono famosi per la loro ricchezza di acque e di paludi. Soprattutto le paludi per la loro atmosfera misteriosa e i timori di chi le attraversava hanno fatto nascere nella fantasia dei trevigiani alcune leggende curiose. Una di queste narra che nelle paludi intorno alla città comparisse ogni tanto una testa di cavallo fiammeggiante. La voce si spandeva velocemente nelle tante osterie della città finché giunse alle orecchie di un certo Coccolo, un omone grande e grosso famoso per il suo coraggio. Questo con fare spavaldo affermò di non credere nella leggenda e decise di smentire quella voce andando a vedere di persona.

Miti e leggende di Treviso- Cavallo fiammeggiante delle Paludi del Sile- Alberi-bosco
Le Paludi del Sile

Il giorno dopo tornò in osteria scuro in volto, dette un gran pugno sul tavolo e disse che non aveva paura di nessuno, ma nella palude non sarebbe tornato mai più. Questa storia mitica ha però una possibile spiegazione scientifica. Infatti nelle paludi, è frequente imbattersi nel fenomeno della combustione del materiale torboso che può dar luogo ad un fenomeno fisico che è conosciuto con il nome di fuochi fatui. All’epoca della nascita di questo mito probabilmente il fenomeno non era affatto conosciuto e la fantasia ne diede una spiegazione leggendaria.

Il Cavaliere Longobardo e la Risorgiva del Botteniga

Come abbiamo detto il territorio di Treviso è caratterizzato da una grande quantità di sorgenti e risorgive. Anche il Fiume Botteniga da cui nascono i vari Cagnan della città nasce da una di essa e a questa è legata un’antica leggenda. La Leggenda narra che nell’Ottobre dell’anno 568, durante la mitica discesa del grande Re Alboino e dell’esercito longobardo in Italia, furono attaccati da una pattuglia bizantina. La cavalleria longobarda li fronteggiò immediatamente ma subirono lo scontro. Un guerriero Longobardo ormai eroicamente ferito a morte, ma rimasto solo, tentò di salvarsi lasciandosi condurre dal suo fedele ed amato cavallo.

Questi si diresse in quella che allora era solo una palude boschiva, fitta ed oscura, ma ricca di risorgive. Il guerriero cadde da cavallo, sprofondò nella melma e rimase perciò nascosto agli occhi dei soldati bizantini che lo stavano insistentemente cercando. Il guerriero Longobardo rimase svenuto per lungo tempo, ma nonostante le gravi ferite subite non morì.

Quando riprese conoscenza e fiducioso iniziò a lavarsi le ferite dalla melma con le acque della risorgiva e rimase stupito quando vide che esse prodigiosamente guarivano. Dopo alcuni giorni il suo fedele cavallo tornò, e lo aiutò a raggiungere i suoi per raccontare ciò che gli era accaduto.

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La Risorgiva del Botteniga

 Il luogo divenne da subito meta di rito e di venerazione da parte dei Longobardi che si stabilirono proprio in quell’area e che diverrà poi uno stanziamento perenne dove ora c’è la frazione di Merlengo.

Il fiume Botteniga (dal longobardo: Boating) nasce principalmente proprio da questa storica risorgiva che primariamente qui aveva luogo, oggi come allora.

Ora che conosci alcuni miti e leggende di Treviso potrai visitarla ancora con più curiosità.

 

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